martedì 28 febbraio 2012

Teaser Tuesday # 18: "Lo Schiaccianoci" di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann




Benvenuti a tutti!
Come vi ho già annunciatoqualche post fa, ultimamente non mi sto molto dedicando alla lettura... sono ancora fossilizzata su "L'ombra del vento" di Zafòn. Non che non sia bello, anzi, ma la voglia e il tempo scarseggiano di recente. Qualche giorno fa, girando in un centro commerciale, mi sono imbattuta nella sezione libri. Ok, sono una cosa impossibile, sì, lo so, spendo più soldi in libri di quanto dovrei forse, ma non posso farci niente, quando un titolo chiama devo prenderlo e portarmelo via, senza possibilità di scelta. Questa volta i miei occhi sono stati letteralmente intrappolati da un libricino piccolo, talmente piccolo da stare in una mano e da poter essere messo tranquillamente nella tasca della giacca *-* Come se non bastasse era una fiaba, "Lo Schiaccianoci" e dunque, se mi conoscete almeno un po' saprete che le fiabe sono una delle mie passioni, altrimenti non avrei mai dedicato loro una rubrica xD Eccomi quindi con il libro in mano, sono andata alla cassa e l'ho pagato. essendo una lettura leggera, ne sto leggendo un capitoletto tutte le sere prima di andare a nanna, dunque vi propongo un estratto di questo tenero libricino nel Teaser di oggi! 
Prima però ricordo a tutti gli ingredienti della rubrica:

- il libro che stai leggendo
- una pagina aperta a caso
- copiane un pezzo evitando accuratamente gli spoiler
- rivelare autore e titolo del libro


D'un tratto si udì uno Squit!
"Il Re dei topi, il Re dei topi!" gridò Marie, e saltò giù dal letto in preda al panico.
Silenzio; subito dopo ci fu un leggero, breve, bussare alla porta e si percepì una vocina delicata: "Pregiatissima signorina Stahlbaum, apra fiduciosa la porta, le reco una lieta notizia!"
Marie riconobbe la voce del giovane Drosselmeier, si gettò su il vestitino e aprì la porta in un baleno. Sulla soglia c'era Schiaccianoci, la spada insanguinata nella mano destra, una candelina di cera nella sinistra. Come vide Marie, si inginocchiò e poi disse: "Signorina, lei è l'unica che ha dato coraggio e forza al mio braccio per combattere contro lo spavaldo che osò recarle offesa. [...] Voglia, mia dama, accettare il simbolo della vittoria dalla mano del suo cavaliere, che le sarà devoto fino alla morte!"


(pag. 105)

lunedì 27 febbraio 2012

Tra le righe del cuore # 4



Ancora una volta buon inizio settimana a tutti!
Ormai da quattro settimane il lunedì il mio blog ospita questa simpatica rubrica, dedicata alle citazioni dei libri che ho letto e che mi hanno colpito per un motivo più o meno preciso.

La citazione di questa settimana è:


Un testo anonimo della Tradizione afferma che, nel corso della propria esistenza, ogni essere umano può adottare due atteggiamenti: Costruire o Piantare. I costruttori possono dilungarsi per anni nei loro compiti, ma arriva un giorno in cui terminano la propria opera. A quel punto si fermano, e il loro spazio risulta limitato alle pareti che hanno eretto. Quando la costruzione è finita la vita perde di significato. Poi ci sono quelli che piantano: talvolta soffrono per le tempeste e le stagioni, e raramente riposano. Ma al contrario di un edificio, il giardino non smette mai di svilupparsi. Esso richiede l'attenzione continua del giardiniere, ma nello stesso tempo gli permette di vivere una grande avventura. I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l'un l'altro, perchè nella storia di ogni pianta c'è la crescita della Terra intera.


"Brida" - Paulo Coelho

Credo che sia una bella metafora degli atteggiamenti che l'uomo può assumere nel corso della sua vita: alcuni passano il loro tempo a fare progetti futuri, cercando di costruire meccanicamente il proprio avvenire, mattone su mattone, edificando castelli di carta che non si sa se potranno mai  trasformarsi in qualcosa di solido e accogliente. Altri invece preferiscono vivere giorno per giorno, godendo delle piccole cose, percorrendo piccoli passi ogni giorno senza aspettarsi mai veramente niente dal futuro, piantando lungo la propria strada tutti quei semi di cui, prima o poi, raccoglieranno i frutti.
E voi? Cosa ne pensate?

Drawing Contest # 1



Udite udite!
La settimana è appena cominciata e, come promesso, io e Yvaine del blog Il Pozzo dei Sussurri vi proponiamo il primo Contest dei nostri blog.
L'ambito, come potete notare, sarà il disegno.


 
Volete sapere il tema
Siete curiosi? Sì?? E allora... eccovelo qua:

la Mitologia!!!

xD ok, ok, non è uno scherzo, non preoccupatevi. Dovete semplicemente evidenziare la barretta colorata che vedete qui sopra con il mouse e come per magia la scritta vi comparirà =)

Dunque dunque, svelatovi il tema, che ne dite di passare alle regole?

1) Per poter partecipare dovete essere follower di uno dei nostri blog o di entrambi.

2) Avete tempo di comunicarci la vostra partecipazione al Drawing Contest a partire da oggi (27 febbraio) ed entro e non oltre le ore 23:59 di lunedì 12 marzo. Per iscrivervi, potete lasciare un commento a questo o ad un altro post dei nostri blog, specificando in esso che intendete partecipare.

3) Avrete un mese di tempo per realizzare i vostri disegni e per inviarceli ai nostri indirizzi di posta elettronica, che ricordo sono:

Mirial: sognimirial@yahoo.com
Yvaine: ilpozzodeisussurri@hotmail.it

Il tempo stabilito per inviarci i vostri lavori terminerà quindi il 12 aprile alle ore 23:59.

4) Dei vostri disegni verranno premiati la bravura e l'originalità, quindi dobbiamo chiedervi di non copiare i disegni da immagini già esistenti, ma è comunque permesso prenderne spunto.

5) Le premiazioni avverrano tre giorni dopo il termine di scadenza definitivo della consegna dei lavori, e precisamente il 15 aprile. Nel caso io e Yvaine avessimo dei dubbi riguardo il vincitore, organizzeremo un sondaggio della durata di 15 giorni, aperto a tutti i lettori dei nostri blog per aiutarci nella difficile scelta. In tal caso, è chiaro che la pubblicazione del vincitore slitterà di due settimane...

6) Il premio consisterà in un banner speciale, creato appositamente per il vincitore ^^

Vi ricordiamo che per qualsiasi informazione, cambiamento o aggiornamento, io e Yvaine non solo siamo contattabili sul blog e sui nostri indirizzi e-mail, ma potete trovarci anche su Facebook. I link alle pagine dei nostri bog sono i seguenti:


Ultima cosa: per quanto riguarda il tema di questo primo contest, potete scegliere di rappresentare qualsiasi tipo di mitologia (celtica, greca, romana...) e potete fare tre tipi di scelte, ovvero potreste rappresentare la mitologia in generale da voi scelta, un solo personaggio mitico oppure ancora una scena di un mito che volete. 
Detto questo... siamo ansiose di ricevere i vostri disegni per poter cominciare insieme a voi questo Contest, sperando che vi entusiasmiate nel partecipare =)

Buon lavoro a tutti i partecipanti!!!

domenica 26 febbraio 2012

Pensieri in disordine

Salve a tutti!
Da quant'è che non scrivo un post che non appartenga a una rubrica? Mi sembra un'eternita... eppure questo blog, come vi ho sempre ricordato, è nato anche come raccolta di pensieri, come mio diario personale. Di recente il mio blog ha preso un po' il volo, sono nate nuove rubriche, più o meno impegnative, nuove iniziative e siete cresciuti pian piano anche voi =) 
Purtroppo, la mia vita è un po' in disordine di recente e conciliare gli impegni del blog con quello che ho da fare nella vita di tutti i giorni non è sempre così facile. Anche se forse non fate molto caso a queste cose, com'è giusto che sia, la preparazione di un post, soprattutto quelli del Calderone, delle Fiabe e dei Cristalli, richiedono molto tempo e una buona parte di ricerca. Sto cercando di dare il massimo negli ultimi mesi, per rendere sempre migliore il blog e i suoi post, spero solo che le mie rubriche dai post lunghi non vi annoino eccesivamente... però, se metto così tanto impegno in questo mio "angolo segreto", altrettanto non si può dire della mia vita negli ultimi tempi. Perchè? Be', perchè sono arrivata ad un bivio diciamo. E' uno di quei momenti in cui ci si deve fermare a riflettere e decidere quale strada percorrere. Questi periodi di riflessione, di crescita e di incertezze mi mettono sempre molta ansia addosso, anche se non lo do a vedere. Inesorabilmente allora il mio morale finisce sotto le scarpe e inizia a travolgermi il mare dell'apatia -.-'
Sono giorni, settimane a dire il vero, che non riesco nè a leggere nè a portarmi avanti con i miei diversi progetti di scrittura e la cosa mi irrita parecchio. Scrivere è l'unica cosa al mondo che mi dia un po' di pace, che mi rilassi e che dia una scossa alle gornate piatte e uggiose, e il fatto di non riuscire a scrivere neppure una riga è veramente frustrante. Non si tratta del consueto blocco a cui si va incontro quando si scrive perchè magari la storia non ci quadra più o perchè non si sa come procedere. Il problema non è la storia, sono io: ho talmente troppi pensieri e così tante preoccupazioni che mi faccio prendere dall'ansia e finisco per non riuscire a fare niente, neppure le cose più semplici. 
Questo perchè a breve la mia vita dovrà cambiare e in modo più o meno definitivo: gli anni di studio sono quasi finiti, e questo significa che dovrò cercarmi un lavoro e iniziare la vita vera. Fra tre mesi sosterrò i miei ultimi esami universitari, dopo di che dovrò preparami alla laurea sempre più imminente! Quello che mi preoccupa è il dopo... non ho nessunissima intenzione di tornare a casa con la mia famiglia, più che altro perchè ormai ho i miei spazi e le mie abitudini, non sopporterei di dover tornare in una città che odio e dover tornare alla mia vita di prima. D'altra parte però, senza lavoro, non posso permettermi un appartamento tutto mio. Potrà sembrarvi banale, ma per me questo è un bel problema. E' sempre più difficile trovare un lavoro, soprattutto un posto che possa permettere a una persona di costruirsi una famiglia. Ho un sacco di sogni nel cassetto, ma sinceramente non so come potrei fare per iniziare a realizzarli. 
Tanto per cominciare non ho più voglia di vivere in città. Vorrei una vita immersa nella natura, vicino a un bosco, con un lavoro che possa darmi delle soddisfazioni. I problemi sono tanti, e affollano la mia mente sempre di più.
Mi scuso con voi se sono stata e sarò un po' assente e se i miei post più personali scarseggeranno, ma sto cercando di lavorare per me, cosa che al momento è abbastanza urgente e necessaria.
Se e quando riuscirò a realizzare le mie prospettive, vi terrò sicuramente informati, per ora vi chiedo solo di avere pazienza e di "accontentarvi" dei post delle rubriche =)
Ci sentiamo presto spero,
un abbraccio a tutti voi!
Mirial

venerdì 24 febbraio 2012

Mondo di Cristallo # 15: la Celestite


Buon fine settimana, miei lettori ^^
Come tutti i venerdì, mi ritrovo a pubblicare il post di questa rubrica che amo. Siccome ultimamente sono stata rintanata in casa per il freddo e il gelo che si sono abbattuti sulla mia città, non sono uscita molto e di conseguenza non sono andata al negozietto profumato d'incenso dove sono solita comprare i miei preziosi cristalli. Negli ultimi giorni fortunatamente le temperature si sono alzate, la neve si è sciolta quasi tutta e mi sono potuta rifare del tempo perso. Sono quindi tornata a casa con quattro nuove pietre da aggiungere agli altri miei tesori, e adesso sono diventate un numero un po' più consistente, tant'è che non ci stanno più nella scatoletta di legno decorata da me in cui le avevo riposte. Così mi è toccato trovargli una nuova sistemazione, una scatola sempre in legno e un po' più grossa, che spero di poter decorare personalmente il prima possibile! Quando e se lo farò, dedicherò un post magari ai miei cristalli... tutto questo per dirvi che la Celestite fa parte delle mie new entry, dunque ve la voglio presentare proprio questo venerdì =)

Caratteristiche:
La Celestite, conosciuta anche come Celestina, deve il suo nome al suo colore, che rimanda al regno celeste. E' infatti di colore azzurro pallido tendente al bianco.

Proprietà:
La Celestite riduce lo stress, riportando la pace e la serenità interiori. Da un forte impulso allo sviluppo spirituale, spingendo verso l'illuminazione. E' una pietra indicata per stimolare la chiaroveggenza, le visioni oniriche e i viaggi extracorporei. Ispira la purezza del cuore e attira la fortuna. Ripristina l'integrità dell'aura e fa emergere la verità. La celestina ha anche il potere di placare la mente e di accrescerne la lucidità, fugando le preoccupazioni e infondendo chiarezza, e facilità di comunicazione. Aiuta a ricordare i sogni e può essere utilizzata per curare l'insonnia; basta tenerne un geode nella camera da letto per favorire l'ingresso nel silenzio mentale necessario per entrare nella fase Rem. Incoraggia nella ricerca spirituale. Agisce nel settore della comunicazione, favorendo la libera espressione creativa personale. Insegna a rilasciare le aspettative, sia positive che negative, e a sviluppare la fiducia e a filtrare le nuove informazioni senza giudizio.

Purificazione:
Essendo composta da gesso, non sopporta bene il contatto con l'acqua, soprattutto per quanto riguarda le druse. Se invece possedete una pietra lavorata di Celestite potete purificarla sotto l'acqua, ma tenendovela per poco tempo e asciugandola molto velocemente. Non sopporta il calore, sia quello del sole che quello proveniente da altre fonti, ed è molto friabile. Può essere scaricata interrandola in un vaso per qualche ora, oppure, come faccio solitamente, tramite il fumo dell'incenso. Personalmente, ho una drusa di Celestite che si sfarina addirittura con il contatto delle sole mani, per cui cerco di toccarla il minimo indispensabile, trattandola un po' "con i guanti". Bisogna tenere conto chè è una pietra molto morbida, nel senso che si rompe molto facilmente, pertanto va maneggiata con la dovuta cautela. Assorbe molto velocemente le negatività dell'ambiente circostante, dunque si consiglia di purificarla molto spesso.

Fonti:



lunedì 20 febbraio 2012

Io e Yvaine siamo liete di presentarvi... il primo Contest dei nostri blog!


Ta-dan! Salve a tutti!
Da circa due settimane, io e la mia sorellina Yvaine del blog Il Pozzo dei Sussurri, stiamo architettando qualcosa a vostra insaputa. Non ve l’abbiamo comunicato perché nessuna delle due ha avuto molto tempo e non avevamo ancora stabilito nulla, ma ora che il weekend è arrivato e ha portato con sé un po’ di relax, abbiamo avuto modo di definire le ultime cose ed ecco che finalmente ve ne possiamo parlare!
Come forse avrete notato, i nostri due blog sono stati gemellati, e non a caso! Abbiamo infatti deciso di dare il via ad una serie di contest di fotografia, scrittura e disegno con temi sempre diversi scelti da noi.
A breve inaugureremo veramente questa iniziativa con un primo contest. Per poter partecipare basta essere follower di uno dei due blog; avrete 15 giorni di tempo per comunicarci la vostra partecipazione con un commento e un mese di tempo per spedirci via mail i vostri lavori.
Le nostre mail sono:

Mirial: sognimirial@yahoo.com
Yvaine: ilpozzodeisussurri@hotmail.it

Alla scadenza del termine di invio io e Yvaine ci prenderemo tre giorni per esaminare con cura le vostre creazioni e decideremo il vincitore. In caso avessimo qualche difficoltà nel scegliere l’autore che salirà sul podio, interpelleremo tutti voi, lettori, tramite un sondaggio aperto per 15 giorni. Il vincitore si aggiudicherà infine un banner speciale ^^
Consigliamo anche di seguire le rispettive pagine di Facebook per eventuali aggiornamenti (nel caso in cui non siate ancora iscritti, trovate la pagina del mio blog cliccando qui, quella di Yvaine invece è questa).
Mi pare di aver detto tutto :)
Fateci sapere cosa ne pensate e... aspettateci per il primo contest! ;) 



Tra le righe del cuore # 3



Buon inizio di settimana a tutti e bentornati per un nuovo appuntamento con questa rubrica, creata da Pam del blog "Il piacere di leggere".
Questa rubrica consiste nel riportare le citazioni di libri che abbiamo letto e che ci hanno colpito per un motivo più o meno preciso.
La citazione che voglio proporvi questa settimana è la seguente: 

Poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli davvero il cuore. L'eco di parole che crediamo dimenticare ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale - non importa quanti altri libri leggeremo, quanti mondi scopriremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo - prima o poi faremo ritorno.


"L'ombra del vento" - Carlos Ruiz Zafòn

domenica 19 febbraio 2012

Il Calderone # 7: Triora, il paese delle streghe



Buona Domenica, miei cari lettori, e bentornati sul blog!
Il Calderone riapre il coperchio e io ne sono felicissima ^^ Come ho detto quelche post fa, il risultato del sondaggio è stato molto positivo, vi invito però a dirmi cosa dovrebbe cambiare secondo voi di questa rubrica, cosicchè possa soddisfarvi al meglio. Come ho già spiegato, ho deciso di cambiare il giorno di pubblicazione della rubrica e la sua cadenza, che non sarà più settimanale, non avrà cadenza fissa, ma verrà pubblicata possibilmente ogni terza domenica del mese.
Bene, siete pronti allora per vedere cosa bolle in pentola? Sì? E allora... apriamo il coperchio e lasciamoci avvolgere dagli odori e dai sapori di un'epoca lontana, perchè oggi Il Calderone vi porterà a fare un salto nel passato, in un piccolo paesino dell'entroterra ligure. Un paese magico e colmo di mistero dove la magia e la stregoneria sono all'ordine del giorno: Triora!

La storia di questo paese è molto antica: già nel Neolitico nella zona dove oggi sorge il borgo medioevale sono documentati degli insediamenti umani, dei quali ci rimangono alcuni resti. Venne sottomessa all'Impero Romano, poi passò sotto l'autorità dei Conti di Ventimiglia per divenire pochi anni dopo un feudo della repubblica genovese. In molti tentarono di conquistare e sottomettere il borgo, ma esso resistette tenacemente a ogni tentativo di conquista.
Il nome "Triora" deriva dal latino "tria ora" che letteralmente significa 'tre bocche', quelle del Cerbero rappresentato nello stemma del paese. Triora divenne famosa alla fine del Cinquecento, quando finì nell'occhio del ciclone a causa del processo alle streghe voluto dall'Inquisizione.
Ancora oggi l'eco di quei giorni rimbomba tra le mura della città, e anche il visitatore meno documentato, aggirandosi tra le viuzze strette e tortuose, ne subirebbe il terribile fascino. Ma cosa successe esattamente? Perchè ancora oggi questo borgo medievale continua a far parlare di sè?

Era la fine dell'estate del 1587; erano ormai due anni che la gente non aveva più di che sfamarsi. La carestia devastava il paese e la causa di questa piaga ormai insopportabile non potevano che essere le streghe, donne malefiche che si aggiravano per le vie della città a gettare incantesimi e a fare pozioni durante la notte. Come se non bastasse, alcuni affermavano che fossero anche infanticide.
Con queste accuse si aprì uno dei più atroci processi alle streghe d'Italia. In realtà  oggi si sa per certo che Triora non fu mai colpita da una carestia, visto e considerato che la città inviava parecchi viveri a Genova, tanto da essere nominata "granaio della repubblica".  L'ipotesi più probabile è quella che i nobili di Triora imposero tasse maggiori sugli alimenti agli abitanti del paese, che si trovarono così a morire di fame, e a fare da capro espiatorio al malcontento crescente erano le streghe, le donne più povere che abitavano fuori dalle mure dalla città.
Nell'ottobre del 1588 dunque il Parlamento locale, con il beneplacito del Consiglio degli Anziani, diede il via al processo e l'autorità ecclesiastica non tardò a intervenire. Vennero confiscate alcune abitazioni private per essere adibite a prigioni; venti donne furono incarcerate, si procedette alla tortura e le accuse estorte durante gli interrogatori portarono in carcere altre donne. La prima vittima dell'Inquisizione fu la sessantenne Isotta Stella, morta agonizzante dopo le torture, seguita da una seconda donna che cadde nel tentativo di calarsi giù da una delle finestre della sua prigione. Nel popolo cominciò a serpeggiare un certo malumore, poichè il tanto invocato intervento delle autorità iniziava a spaventare per la sua ferocia. Infatti, non furono solo le povere contadine ad essere incarcerate: tra le presunte streghe c'erano anche delle nobildonne. La situazione stava pian piano degenerando, e gli Anziani decisero di chiedere che il processo venisse sospeso poiché non garantiva più alcun tipo di giustizia. Nella loro lettera al Doge di Genova scrissero come la stessa Isotta morì sotto tortura, dopo aver confessato disperatamente di essere una strega. I suoi torturatori sostenevano che la donna, aiutata dalle sue arti magiche, sopportava il supplizio arrivando addirittura ad addormentarsi. 
In seguito alle lamentele, gli inquisitori partirono da Triora, ma lasciarono le accusate in carcere. Il governo genovese si accorse che quelle donne rischiavano di rimanere in prigione per molto tempo, lasciando la questione in sospeso. Nei primi giorni di maggio giunse a Triora l’Inquisitore Capo per visitare le donne in carcere e accertarsi della situazione. Tutte, eccetto una, negarono quanto avevano ammesso prima. Rimasero tutte in carcere, eccetto una ragazzina di 13 anni che venne lasciata libera. Il processo si protrasse per altri mesi, finchè giunse a Triora un commissario speciale, Scrivani, inviato da Genova. Il commissario intendeva sradicare il morbo malefico insediatosi in paese e che sembrava coinvolgere gran parte dei suoi abitanti; inviò così tredici donne e un uomo nel carcere di Genova, accusati di stregoneria. Aprì nuovi casi intorno alla zona di Triora, mandando al rogo donne innocenti, dopo averle sottoposte a tremende torture.  
Lo Scribani dunque disilluse le aspettative generali, portando nel paese una nuova ventata di terrore. Le accuse che egli mossee alle donne furono sempre sostanzialmente tre: reato contro Dio, commercio con il demonio, omicidio di donne e bambini. Venuto a conoscenza dell'operato dello Scrivani, il Doge di Genova gli raccomandò di occuparsi solo della giustizia, tralasciando le accuse che erano di materia dell'Inquisizione. Gli raccomandò inoltre moderazione nell'agire. Allo Scribani non rimase che rifare i processi, arrivando alla condanna a morte di quattro streghe nei dintorni di Triora. Avvenne così il trasporto a Genova delle cinque accusate, che partirono dal borgo nell'ottobre del 1588. Viaggiarono per mare e una volta arrivate a Genova vennero messe nelle carceri. Queste si andarono ad aggiungere alle prime tredici già incarcerate e lì trasportate. Delle prime tredici non si conosce la sorte e c'è la possibilità che alcune fossero state rimandate già a Triora  perchè ritenute innocenti.
Nell'aprile 1589 si inccominciò a intravedere la luce: alcuni cardinali fecero giungere l'ordine di chiusura dei processi e in poco tempo l'Inquisizione si ritirò.

Ma che fine fecero le donne ancora incarcerate? Vennero lasciate libere o rimasero in prigione fino alla fine dei loro giorni? Nessuno lo sa, perchè da quel momento in poi mancano documenti ufficiali che possano fare luce sulla loro sorte. Alcuni sostengono che furono lasciate libere e la prova di questa affermazione sarebbe leggibile nei registri parrocchiali di un paese non lontano da Triora, dove, dal 1600 in poi, compare il cognome Bazoro o Bazura, che richiama inequivocabilmente la parola "bagiùa", espressione dialettale con cui venivano chiamate le streghe a Triora.
Queste donne altro non erano che abili levatrici, esperte conoscitrici delle erbe e delle tecniche di guarigione e per queste loro inaccettabili conoscenze vennero crudelmente accusate di stregoneria e di stringere patti con il diavolo. Si narra che erano solite riunirsi al calar delle tenebre nella Cabotina, fuori dalle mura dell'abitato e al limitare di una foresta a strapiombo, un luogo arcano e pericoloso, nel quale compivano i loro malefici.
Ma visto che ci sarebbe ancora tanto da dire, cosa ne dite se per non annoiarvi e non rivelarvi troppo vi do appuntamento al prossimo mese per parlare dei luoghi in cui le streghe di Triora si riunivano? Sono gli stessi luoghi che ancora oggi la gente frequenta e visita, sentendo aleggiare nell'aria l'eco di quei giorni ormai lontani e ascoltando i sussurri del vento, che trasporta ancora l'antica storia di quelle donne e di questo borgo magico e misterioso.

venerdì 17 febbraio 2012

Mondo di Cristallo # 14: l'Occhio di Tigre


Buon venerdì e bentornati sul mio blog!
La pietra che voglio presentarvi oggi è una delle prime che ho avuto e la trovo molto particolare per le sue colorazioni e sfumature. 

Curiosità:
L'Occhio di Tigre si presenta come una pietra dai riflessi giallo-oro su fondo bruno, con striature longitudinali che creano bellissimi giochi di luce in movimento. È stata la somiglianza con l’occhio del felino a portare alla scelta del nome e all’antica credenza per cui si pensa che abbia un potere benefico sugli occhi.
I soldati romani portavano in battaglia un occhio di tigre sul quale erano scolpiti simboli portafortuna. Nel Medioevo l’occhio di tigre era usato come pietra protettiva contro i sortilegi e i demoni. Era usato anche per attrarre la ricchezza. Anche in Islam è considerata una pietra portafortuna.


Proprietà:
E’ una pietra di forza, poiché porta a terra le energie superiori nei sistemi energetici e nel corpo, accentuando il nostro collegamento alla Terra.
Grazie a questa peculiarità che la contraddistingue, quella di saper bilanciare energie e polarità opposte, è una pietra straordinaria per chi ha bisogno di raggiungere l’equilibrio.
Pietra dell’autoaffermazione, ci mette in relazione col potere personale e contemporaneamente ci mantiene centrati e radicati.
E’ indicata per risolvere le nostre incertezze e i nostri conflitti interiori. Aumenta l’autostima e accresce il senso dell’orientamento, rafforza le nostre convinzioni aiutandoci a distinguere i nostri bisogni reali e a riconoscere ciò che si vuole veramente, ci svela i nostri talenti autentici e ci depura dai falsi desideri.
Dona grinta e combattività. Il suo uso è consigliato quando si tende ad esitare  e nella difficoltà di prendere decisioni.
Aiuta a superare i momenti di difficoltà potenziando la fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità.
La sua intensa carica vibrazionale ci porta particolare beneficio quando siamo dispersivi, incoerenti e incapaci di tradurre la volontà in azione.
Viene suggerito di indossare un Occhio di Tigre a chi deve sostenere un esame, in quanto porta ad esprimersi senza paura e con coraggio con una corretta e chiara esposizione verbale. Rinforza inoltre la concentrazione nello studio e, a questo proposito, basterà lasciare un cristallo di Occhio di Tigre sul tavolo, vicino al libro, per sentirne i benefici.

Purificazione:
Può essere scaricato dalle disarmonie dopo l'uso sotto l'acqua corrente, ma può anche essere esposto al sole per qualche ora.

Fonti:





mercoledì 15 febbraio 2012

"Per i nostri figli, e per i figli dei nostri figli."


E' con questa frase che si conclude il fantastico film d'animazione "Ferngully - The last Rainforest" (FernGully - Le avventure di Zak e Crysta). Non vedevo questo cartone animato da parecchi anni, da piccola era uno dei miei preferiti, l'ho riguardato ieri sera e ho avuto la prova che tutto quello che sono oggi lo devo a quello che sono stata da piccola.
Ferngully, per chi non la conoscesse, è la storia di una foresta magica, rimasta incontaminata dagli esseri umani per lungo, lunghissimo tempo. Questa splendida foresta è abitata da esseri magici: fate e folletti si aggirano liberamente tra le foglie, amici di tutto il Creato e degli animali. MagiLuna è la grande custode della Saggezza di quel mondo arcano e guizzante di magia, e sceglie come sua erede Crysta, fata curiosa e in cerca di avventure. Magi insegna a Crysta la sua Conoscenza giorno per giorno, ricordandole che "tutta la magia della Creazione è racchiusa anche in un singolo, piccolo seme". 
Ma un'ombra è pronta a tornare dal limbo nel quale era stata anticamente rinchiusa: Exus, entità maligna che si nutre di inquinamento e di civiltà, è tornato per distruggere Ferngully e con esso tutte le sue creature. Il Male si servirà dell'uomo, che con le sue macchine infernali e mostruose sradicherà gli alberi della foresta in cui abita Crysta, minacciandola seriamente. Non tutti gli uomini però sono senza cuore: Zak, incappato per caso in un incantesimo mal riuscito della sbadata Crysta, si ritrova rimpicciolito nel mondo delle fate. Sarà lei a mostrergli i segreti della foresta, gli insegnerà ad ascoltare le pulsazioni vitali degli alberi e lo farà innamorare della Natura, quella natura di cui tutti gli uomini hanno ormai perso memoria. Sarà grazie alle preziose conoscenze di Zak del mondo umano e alla magia di Crysta che Ferngully verrà salvata dalla distruzione e dall'oblio. 
Una storia incredibilmente pedagogica e sorprendente, che vi consiglio di guardare se non avete avuto ancora modo di vederla. 
Da bambina ovviamente non comprendevo il valore di tutte le parole che vengono pronunciate all'interno del film, ma nella mia testolina comprendevo che la Natura doveva avere la meglio sulla civiltà, e non semplicemente perchè avevo simpatia per Crysta. Mi rendo conto solo ora dell'influenza che quelle immagini e quei dialoghi hanno avuto su di me. Poggiare una mano sul tronco di un albero e sentire la sua vita che scorre, che pulsa sotto i polpastrelli. Respirare l'aria di un bosco e sentirsi a casa, avvolti da una sacralità stupenda, indescrivibile. Ascoltare i rumori della Natura e sentirsi parte di un tutto, annusarne i profumi e sentirsi accolti in un luogo primordiale e incontaminato. Sono emozioni che ho sempre provato fin da bambina, quando correvo nei prati alla ricerca di un animaletto con cui poter parlare, o di una piccola fata che si nascondeva chissà come e chissà perchè dietro una foglia, lontana dalla mia vista. E sono emozioni che provo tutt'ora, con una consapevolezza diversa, quando mi trovo lontana dalla città, avvolta nel silenzio e dal profumo delle foglie cadute al suolo e bagnate dalla pioggia.
Concludo questo post con una frase e con il trailer del film (che purtroppo ho trovato solo in inglese), che spero possa appassionarvi come ha appassionato anche me... Se doveste avere difficoltà nel reperire questo film, potete trovarlo tranquillamente su YouTube in italiano, diviso in 8 parti =)

"Se è vero che ogni seme custodisce il potere e la magia della Creazione, gli stessi doni hanno tutte le altre creature di questo mondo. Abbiamo tutti questo potere, ed esso aumenta quando viene spartito."


martedì 14 febbraio 2012

Teaser Tuesday # 17: "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn


Buon pomeriggio a tutti!
Eccoci a un nuovo appuntamento di questa rubrica, dedicata ai libri in lettura. Prima di cominciare, ricordo come al solito gli ingredienti:

- il libro che stai leggendo
- una pagina aperta a caso
- copiane un pezzo evitando accuratamente gli spoiler
- rivela l'autore e il titolo del libro

Dopo aver finito "La bambina di neve" di Eowyn Ivey mi sono presa qualche giorno di pausa dalla lettura, un po' per via dello studio, un po' perchè non avevo molta voglia di leggere altro visto che ero immersa fino al collo nell'atmosfera nevosa del romanzo della Ivey...
Finalmente domenica sera mi sono decisa a iniziare un nuovo libro e, sotto consiglio di Melinda del blog Dreaming On My Own, ho optato per "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn. 
Siccome dalle poche pagine che ho letto mi sembra di capire che potrei incappare in non pochi spoiler, ho deciso di fare uno strappo alla regola questa settimana: invece di riportare un estratto di una pagina aperta a caso, vi proporrò un brano scelto da me fra le pagine che ho già letto. Così facendo impedirò di rovinare sia a me che a voi la sorpresa di questa storia che sembra sin dalle prime pagine meravigliosa e potrò darvi un assaggio dello stile suggestivo di Zafòn.
Allora... vogliamo cominciare?

"Benvenuto nel Cimitero dei Libri Dimenticati, Daniel."
Sui ballatoi e sulle piattaforme della biblioteca scorsi una dozzina di persone. Alcune si voltarono per salutarci: riconobbi alcuni colleghi di mio padre, librai e antiquari come lui. Ai miei occhi di bambino, erano una confraternita di alchimisti che cospirava all'insaputa del mondo. Mio padre si chinò su di me e, guardandomi negli occhi, mi parlò con un tono pacato riservato alle promesse e alle confidenze. 
"Questo luogo è un mistero, Daniel, un santuario. Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un'anima, l'anima di chi lo ha scritto e l'anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza. Molti anni fa, quando mio padre mi portò qui per la prima volta, questo luogo era già vecchio, quasi come una città. Nessuno sa con certezza da quanto tempo esista o chi lo abbia creato. Ti posso solo ripetere quello che mi disse mio padre: quando una biblioteca scompare, quando una libreria chiude i battenti, quando un libro si perde nell'oblio, noi, custodi di questo luogo, facciamo in modo che arrivi qui. E qui i libri che più nessuno ricorda, i libri perduti nel tempo, vivono per sempre, in attesa del giorno in cui potranno tornare nelle mani di un nuovo lettore, di un nuovo spirito. Noi li vendiamo e li compriamo, ma in realtà i libri non ci appartengono mai. Ognuno di questi libri è stato il miglior amico di qualcuno. Adesso hanno soltato noi, Daniel. Pensi di poter mantenere il segreto?"
Il mio sguardo si smarrì nell'immensità di quel luogo, nella sua luce fatata. Annuii e mio padre sorrise.
"E sai qual è la cosa più bella?"
Scossi la testa in silenzio.
"La tradizione vuole che chi viene qui per la prima volta deve scegliere un libro e adottarlo, impegnandosi a conservarlo per sempre, a mantenerlo vivo. E' una promessa molto importante" spiegò mio padre. "Oggi tocca a te."
Mi aggirai in quel labirinto che odorava di carta vecchia, polvere e magia per una mezz'ora. Lasciai che la mia mano sfiorasse il dorso dei libri, disposti in lunghe file, affidando la mia scelta al tatto. Tra titoli ormai illeggibili, scoloriti dal tempo, notai parole in lingue conosciute e in decine d'altre che non riuscivo a identificare. Vagai lungo gallerie e ballatoi a spirale riempiti da centinaia, migliaia di volumi che davano l'impressione di sapere di me molto più di quanto io sapessi di loro. Mi balenò in mente il pensiero che dietro ogni copertina si celasse un universo infinito da esplorare e che, fuori di lì, la gente sprecasse il tempo ascoltando partite di calcio e sceneggiati alla radio, paga della sua mediocrità.

(pagg.9-10)
 

lunedì 13 febbraio 2012

Tra le righe del cuore # 2



 Bentornati!
Eccomi qui, col secondo appuntamento di questa simpatica rubrica che, ricordo, è stata ideata da Pam del blog "Il piacere di leggere", ma io l'ho conosciuta sul carinissimo blog di Clody Locanda dei libri, che vi consiglio di visitare =)
La rubrica consiste nel riportare le citazioni di libri che abbiamo letto e che ci hanno colpito per un motivo più o meno preciso.
La citazione che voglio proporvi questa settimana è la seguente:


Noi non sappiamo mai cosa succederà, non credi? La vita ci sballotta sempre di qua e di là. Ma è questo il bello. Non sapere dove andremo a finire o come ce la caveremo. È tutto un mistero, e quando affermiamo il contrario stiamo solo mentendo a noi stessi.


"La bambina di neve" - Eowyn Ivey

domenica 12 febbraio 2012

Sondaggio concluso!

Buona domenica, miei cari lettori!
Come alcuni di voi sapranno, qualche tempo fa vi avevo proposto un sondaggio: pensavo infatti all'eventualità di riaprire la rubrica "Il Calderone", che trattava di misteri, curiosità e leggende. Mi sono dunque affidata ai vostri pareri per sapere cosa ne pensavate della possibilità di leggere nuovi post su questa rubrica e il risultato è stato molto positivo!
Più della metà di coloro che hanno votato hanno risposto "Sarebbe fantastico!", tutti gli altri invece hanno scelto la risposta "Buona idea, però sarebbe meglio modificare qualcosa". 
Vi comunico la piccolissima viariazione che ho pensato per questa rubrica, ma vi andrebbe di lasciarmi un commento sotto questo post per scrivermi cosa vorreste modificare? Così posso soddisfare anche le vostre di curiosità e non solo le mie ^^
L'unica novità che avevo pensato di appportare riguarda la cadenza con cui pubblicherò i post: siccome ho riscontrato non poche difficoltà a trovare qualcosa di bello da raccontarvi ogni settimana, ho deciso di prendermi più tempo per scegliere gli argomenti dei post e allo stesso tempo per poterli scrivere, visto che ho diversi impegni durante la settimana. Pertanto, "Il Calderone" non avrà una ccadenza fissa, ma i suoi post verranno pubblicati possibilmente la terza domenica di ogni mese!
Dunque ora tocca a voi: fatevi avanti e ditemi cosa cambiereste =)
Sono qui, disposta ad ascoltare le vostre critiche ed i vostri consigli, in seguito deciderò come procedere.
Grazie in anticipo della vostra disponibilità, a presto!

venerdì 10 febbraio 2012

30 giorni di libri # 30!


Siamo giunti all'ultimo appuntamento di questa piacevolissima iniziativa, creata su Facebook (potete trovarne la pagina cliccando qui)
Mi sono divertita tantissimo a rispondere alle 30 domande, e poi quando si parla di libri è sempre un grande piacere ^^ !  Inoltre, grazie ai vostri commenti, ho scoperto libri che ancora non conoscevo e ho avuto modo di ricevere dei buoni consigli letterari.
Ma adesso, bando alle ciance e diamo il via a questa ultima domanda!

La domanda di oggi è:


30) Un libro che ti ha commosso? 

"I Pilastri della Terra" di Ken Follett e "Alba d'Inchiostro" di Cornelia Funke.



Mondo di Cristallo # 13: il Quarzo Citrino


Bentornati sul blog!
Quest'oggi vorrei parlarvi di una pietra che ho scoperto da non molto tempo e che a mio parere è davvero molto bella, sebbene il giallo non sia esattamente tra i miei colori preferiti...

Caratteristiche e curiosità:
Il Citrino è una varietà trasparente di quarzo che presenta un bel colore giallo, in tonalità che spaziano dal giallo oro, al giallo limone, al giallo arancio.
Per millenni il Citrinoè stato considerato il "figlio dell'Ametista", e in un certo senso questo appellativo non è del tutto sbagliato: infattti, l'Ametista esposta a temperature elevate all'interno della Terra, cambia colore e assume le sembianze del Quarzo Citrino. E' una riserva inesauribile di energia solare. Gli antichi credevano che questa pietra fosse la materializzazione del sole e proprio per questo le attribuivano grandi poteri. 
Durante il Medioevo si credeva che il Citrino attraesse ricchezze materiali.

Proprietà:
Potente equilibratore emozionale e spirituale, aiuta chi ha problemi di autostima riscaldando il cuore e l’anima con il suo colore giallo oro. Aiuta a liberarsi dalla rabbia accumulata nella zona dello stomaco. E' antidepressivo, avvia l'energia creativa e la forza di volontà. Permette l'accettazione del cambiamento, accresce la voglia di mettersi in gioco e di esprimere la propria individualità. Attrae la buona fortuna negli affari e sul lavoro, a questo proposito è indicato per chi ha problemi di tipo economico. E' un ottimo protettivo.

Purificazione:
Può essere scaricato dalle disarmonie sotto l'acqua corrente, ma puà anche essere esposto alla luce del sole per qualche ora. 

Fonti:


 


giovedì 9 febbraio 2012

Recensione: "La bambina di neve" di Eowyn Ivey



Buonasera, miei cari lettori!
Qui da me il freddo continua a penetrare nelle ossa, solo per poche ore allenta la sua stretta intorno alla città, ma poi ritorna, più pungente di prima. Da una settimana ho limitato le mie uscite e le mie passeggiate, mi sono rintanata in casa e mi sono munita di una buona coperta, di una stufetta e di vari strati di lana da mettere addosso. Quale atmosfera migliore per leggere un libro ambientato in Alaska, una terra selvaggia, fredda e innevata? Ho aspettato pazientemente la prima nevicata dell'inverno per abbandonarmi alle pagine di qusto libro, magico, dolce e freddo come la neve, e in poco tempo sono riuscita a terminarlo, complice il freddo che infuria fuori dalla finestra...

Pagine: 409
Casa Editrice: Einaudii
Prezzo: 19,00

Trama
Mabel e Jack sono sposati da anni. Non sono più giovani, e la vita non ha regalato loro la gioia di un figlio. Per fuggire dal dolore straziante di una solitudine insoppportabile, la coppia decide di trasferirsi in una terra aspra e selvaggia, l'Alaska, in cui proiettano la speranza in una nuova vita.  Trascorrono i mesi, ma il dolore non accenna a scomparire, anzi: li chiude in un abbraccio che diviene man mano sempre più mortale. Mabel non si da pace; ha smesso di desiderare un figlio ormai, forse vorrebbe chiudere gli occhi e non svegliarsi mai più. Dalla capanna che Jack ha costruito, lei guarda distrattamente la natura che la circonda, chiusa nel suo silenzio e nel suo dolore insormontabile. Ma un giorno finalmente giunge la neve. Ricopre i campi, le pianure, le montagne e le vicinanze della loro piccola dimora. Di ritorno da una serata in compagnia di quelli che diverranno degli amici fidati, la prima serata, Mabel sembra tornare bambina e si sorprende a voler giocare nella soffice neve che sta ricoprendo tutto intorno a loro. Ecco allora che Mabel e Jack costruiscono un meraviglioso pupazzo di neve, con le reni non più giovani chinate per raccogliere la neve e plasmarla al loro volere. 
Finiscono per creare una bambina di neve, quella che hanno sempre desiderato, ma che il destino non gli ha mai concesso di avere. Naso perfetto, labbra rosse, tinte con il succo dei mirtilli selvatici, e capelli di paglia. Mabel vi pone una sciarpa e dei guantini, poi insieme a Jack rientra in casa per coricarsi nel loro letto, caldo e accogliente. Al loro risveglio però, la bambina di neve non c'è più. Al suo posto, delle piccole impronte che si dirigono nella foresta: appartengono ad una creatura in carne ed ossa, la piccola, selvaggia ed indomabile Pruina, che finirà per conquistare il cuore di Mabel e Jack, guarendo le loro vecchie ferite e riscaldando le fredde giornate invernali.

Voto

Recensione:
E' una sotria dolce, fredda e soffice come la neve, quella dell'esordio letterario della scrittrice Eowyn Ivey. Il linguaggio semplice, diretto e poetico sembra prendere per mano il lettore e condurlo direttamente là, nell'Alaska selvaggia, dove niente viene dato per scontato, dove la natura dà e prende e dove vige la legge del più forte. Lì, fra quelle montagne, nel gelo invernale, si svolge la storia di Pruina, a metà tra fiaba e realtà. Fin dalle prime pagine il lettore si accorge di avere "le lacrime in tasca", per citare una frase del libro, e nel momento in cui gli viene presentata l'Alaska si rende conto di non poter più tornare indietro, di non poter abbandonare quella natura maestosa che suscita un timore reverenziale. E' una terra che finirà per entrargli nel cuore, pagina dopo pagina. 
In un posto del genere bisogna rimboccarsi le maniche e dare il meglio di sè per poter ricevere, ma la vita si sa, non è sempre facile, e con i suoi dolori, tormenti ed imprevisti può far vacillare la speranza e alimentare lo sconforto. Mabel e Jack sono soli, senza figli e inariditi, chiusi nel silenzio. L'amore che li aveva avvicinati in gioventù non riscalda più i loro cuori, scossi da un dolore che sembra sempre più insopportabile. Mabel è ferita nell'animo, non osa più appoggiarsi a Jack e lui, dal canto suo, non conosce un modo per alleviare le pene della moglie. Trascorrono giorni, settimane, mesi, nella loro capanna ai confini del mondo, vicini eppure così lontani. Improvvisamente però qualcosa cambia nella loro vita, qualcosa prende una piega diversa ed insapettata. A rompere il loro straziante silenzio arrivano i Benson, loro vicini, che li invitano a casa per una cena in compagnia. Jack accetta l'invitò di buon grado, contento di scivolare via dalla monotonia e dalla solitudine in cui lui e sua moglie sono sprofondati. Lei non può dirsi altrettanto felice, ma non discute. Ed è al ritorno da quella serata che succede qualcosa di straordinario. Mabel si sente ringiovanita; dal cielo iniziano a scendere grandi fiocchi di neve e improvvisamente lei torna bambina. Costruisce un pupazzo di neve insieme a Jack, poi insieme rientrano in casa. 
Il giorno seguente al posto di quel pupazzo non c'è più niente, solo delle piccole impronte, che scoprirano appartenere ad una bambina in carne ed ossa. E' quella stessa bambina a portare di nuovo la gioia e l'amore tra Mabel e Jack; Pruina guarirà lentamente, inverno dopo inverno, le loro ferite e la loro tristezza. 
Un libro che si legge tutto d'un fiato e che non potrà non incantare il lettore con la sua stupenda magia fiabesca.




Se volete leggere un estratto del libro cliccate qui.




30 giorni di libri # 29

Ciao a tutti!
30 giorni di libri è stato creato su Facebook, potete trovarne la pagina cliccando qui
Non avendo Facebook, e trovando molto interessante questa iniziativa, ho deciso di aderirvi sul blog per divertirmi nel rispondere alle 30 domande :)
La domanda di oggi è:

29) Un libro che devi ancora leggere?
"L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn



mercoledì 8 febbraio 2012

30 giorni di libri # 28

Ciao a tutti!
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Non avendo Facebook, e trovando molto interessante questa iniziativa, ho deciso di aderirvi sul blog per divertirmi nel rispondere alle 30 domande :)
La domanda di oggi è:

28) Un libro che farai leggere ai tuoi figli?
Lo so che finisco sempre per inserire gli stessi 4 titoli messi in croce, ma sono tutti libri che mi sono rimasti nel cuore e che mi emozionano ogni volta che ci penso, per cui abbiate pazienza, ma...
la trilogia del Mondo dd'Inchiostro di Cornelia Funke, e "Jane Eyre" di Charlotte Bronte.






martedì 7 febbraio 2012

Teaser Tuesday # 16: "La bambina di neve" di Eowyn Ivey

Bentornati sul mio blog!
Sì, la scorsa settimana non ho rinnovato l'appuntamento con questa rubrica, ma sto andando un po' a rilento con la lettura. Questa settimana però ho finalmente iniziato un nuovo libro e dunque posso postarvi il Teaser con tranquillità, senza annoiarvi =) 
Come tutti i martedì, ricordo le regole: 

- il libro che stai leggendo
- una pagina aperta a caso
- copiane un pezzo evitando accuratamente gli spoiler
- citare l'autore e il titolo del libro

Questa settimana ho in lettura un libro che avevo già adocchiato da due mesetti. Ho atteso pazientemente che arrivasse il freddo e la neve per poterlo leggere e dunque... eccovi il Teaser tratto da "La bambina di neve" di Eowyn Ivey !

Non faceva niente di tutto ciò. Erano solo stupide fantasie che avevano più a che fare con le sue idee romantiche sull'infanzia che con quella ragazzina misteriosa. L'unico vero desiderio che aveva, una volta messa da parte ogni vanità e frivolezza, era toccare la bambina, accarezzarle la guancia, stringerla forte e inalare a fondo il suo profumo d'aria di montagna. Invece si accontentava dei sorrisi della bambina, e ogni mattina guardava dalla finestra, sperando che quel giorno venisse. 
Mabel non riusciva a trovare uno schema logico in quelle visite.  Per circa una settimana la bambina venne a sere alterne, ma poi per due o tre giorni non si fece vedere, e infine una mattina venne e invece di seguire Jack alla stalla si mise in cucina con Mabel. La osservava impastare il pane, ed era come se un uccello canoro fosse atterrato sul davanzale della camera da letto. Mabel non voleva spaventarla e farla scappare con movimenti troppo bruschi, perciò imitava i modi tranquilli e pacati di Jack. Parlava sottovce, spiegandole come si dovesse infarinare l'impasto e continuare a manipolarlo al punto giusto, fino a quando non fosse diventato liscio ed elastico al tatto. Disse alla bimba che era stata la zia di Jack a insegnarle a cuocere il pane, sbalordita com'era dal fatto che una donna adulta e sposata non ne fosse capace. 
Quella sera, la bambina si fermò a cena. Jack tornò dalla stalla e Mabel e la piccola si sedettero a tavola con lui. La bambina chinò il capo ancor prima che lui cominciasse a recitare la preghiera, e gli sguardi di Jack e Mabel si incrociarono. Si era ormai abituata ai loro usi. 

pag. 130
  

30 giorni di libri # 27

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La domanda di oggi è:

27) Un libro che vorresti aver scritto?
"I Pilastri della Terra" di Ken Follett, e "Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien



lunedì 6 febbraio 2012

30 giorni di libri # 26

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La domanda di oggi è:

26) Un libro che conosci da sempre?
"Il meraviglioso Mago di Oz" di L. Frank Baum


Tra le righe del cuore #1



Salve a tutti!
Oggi do inizio a questa nuova e simpatica rubrica, ideata da Pam del blog "Il piacere di leggere", ma io l'ho conosciuta sul carinissimo blog di Clody Locanda dei libri, che vi consiglio di visitare =)
La rubrica consiste nel riportare quelle citazioni dei libri che abbiamo letto che ci sono rimaste nel cuore, per motivi ben precisi o semplicemente perchè ci hanno fatto vibrare le corde dell'anima. 
Anche io, come Clody, ho un quaderno dove sono solita raccogliere le frasi dei libri che leggo, quelle più belle e che non voglio dimenticare. Dunque riporterò quelle, possibilmente ogni settimana e cadrà di lunedì... vogliamo cominciare?

Ogni posto è una miniera. Basta lasciarsi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l'amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della Terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare.

"Un indovino mi disse" - Tiziano Terzani

Questa è in assoluto una delle mie citazioni preferite, una di quelle che mi fa venire i brividi lungo la schiena per l'emozione ogni volta che la rileggo, una di quelle frasi che fa sorridere e che può insegnare a "vedere oltre". 
Spero appassioni anche a voi...
Con la speranza che questa rubrica vi piaccia e che possa emozionarvi, vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana!

domenica 5 febbraio 2012

30 giorni di libri # 25

Ciao a tutti!

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Non avendo Facebook, e trovando molto interessante questa iniziativa, ho deciso di aderirvi sul blog per divertirmi nel rispondere alle 30 domande :)

La domanda di oggi è:

25) Un libro che hai scoperto da poco?
"La bambina di neve" di Eowyn Ivey



Fiabe dal Mondo # 1: Irlanda


Salve a tutti, e benvenuti al primissimo appuntamento con la rubrica dedicata alle fiabe provenienti da tutto il mondo! Per questa prima domenica di Febbraio, Menestrello ha optato per una fiaba irlandese, notando il vostro entusiasmo. Non voglio perdere tempo, per cui lascio la parola al nostro cantastorie...

Benvenuti a tutti, Dame e Cavalieri! Quest'oggi voglio narrarvi la storia di un agricoltore e di suo figlio, i quali grazie ad un aiuto fatato ebbero fortuna...

Un giorno il figlio di un agricoltore stava governando le bestie nel campo, quando qualcosa gli passò davanti veloce come il vento, ma non ne fu spaventato perchè sapeva che si trattava di un Phouka in corsa verso il vecchio mulino presso il fossato, dove le fate s'incontravano tutte le notti. Così chiamò: "Phouka! Phouka! Mostrami come sei fatto e ti darò il mio ampio mantello per tenerti caldo". Allora gli si avvicinò un giovane toro che muoveva la coda come fosse impazzito, ma Phadrig gli lanciò il mantello addosso e in un momento fu calmo come un agnello. Disse al ragazzo di andare al mulino quella notte, quando la luna era alta in cielo, e avrebbe avuto una buona fortuna. Quindi Phadrig andò, ma non vide nulla se non sacchi di grano tutti sparsi a terra, perchè gli uomini si erano addormentati e non avevano svolto nessun lavoro. Allora anche lui si coricò per dormire, perchè si sentiva molto stanco. Quando si alzò la mattina presto, trovò tutta la farina macinata, nonostante non fossero certo stati gli uomini a farlo, dato che dormivano ancora. Ciò accadde per tre notti, dopo di che Phadrig decise di rimanere sveglio a guardare. Orbene, c'era una vecchia cassa nel mulino, vi sgattaiolò dentro per nasondersi e guardò attraverso il buco della serratura per vedere cosa sarebbe accaduto. esattamente a mezzanotte, entrarono sei piccoli individui che trasportavano ognuno un sacco di grano sulle spalle. Dopo arrivò un vecchio vestito di stracci che ordinò loro di girare il mulino, ed essi lo girarono e girarono finchè non ebbero la farina. Allora Phadrig corse a raccontarlo al padre. Il mugnaio decise di rimanere la notte successiva a sorvegliare con il figlio ed entrambi videro accadere la stessa cosa. 
"Dunque" disse l'agricoltore,"vedo che è opera del Phouka, e lasciamolo lavorare se questo gli fa piacere, poichè gli uomini sono oziosi, pigri e dormono solamente. Quindi domani li licenzierò tutti quanti e lascerò macinare il grano a questo eccezionale vecchio Phouka."
Da allora l'agricoltore divenne talmente ricco che il suo danaro non finiva mai, perchè non aveva uomini da pagare e tutto il suo grano veniva macinato senza che lui spendesse un penny. Naturalmente la gente si faceva molte domande sulle sue ricchezze, ma egli non raccontò mai del Phouka, altrimenti la loro curiosità gli avrebbe sciupato la fortuna. Phadrig si recava spesso al mulino e si nascondeva nella cassa in modo da poter osservare gli esseri fatati al lavoro, ma provava una gran pena per il povero vecchio Phouka vestito di stracci e che tuttavia dirigeva ogni cosa. Talvolta faceva fatica a tenere in riga i piccoli Phouka. Quindi Phadrig, in segno di affetto e gratitudine, acquistò un bel vestito di stoffa e seta e una notte lo pose sul pavimento del mulino, proprio dove il vecchio Phouka si trovava sempre per impartire gli ordini ai piccoli uomini minuti, poi si infilò nella cassa per guardare.
"Che cos'è?" domandò il Phouka appena vide gli abiti. "Sono per me? Diventerò un bellissimo gentiluomo ".
Così li indossò e poi cominciò a camminare su e giù rimirandosi. Ma improvvisamente  si ricordò del grano e si avviò a macinarlo come sempre, poi si fermò e disse ad alta voce.
"No,no. Basta lavoro per me. I bei gentiluomini non macinano il grano. Io uscirò a conoscere un po' il mondo e mostrerò i miei bellissimi abiti." 
Con un calcio gettò i vecchi stracci in un angolo e uscì. Non fu macinato nessun chicco di grano quella notte, e nemmeno quella successiva, e nemmeno quell'altra ancora. Tutti i piccoli Phouka scapparono via e non si udì un solo rumore nel mulino. Allora Phadrig divenne molto triste per la perdita del suo vecchio amico e prese l'abitudine di andare nei campi gridando: "Phouka, Phouka! Torna da me. Lasciami vedere il tuo volto!". Ma il vecchio Phouka non tornò più e per tutta la vita Phadrig non vide mai più il volto del suo amico. Tuttavia, l'agricoltore aveva fatto tanti di quei soldi che non aveva più bisogno d'aiuto. Vendette il mulino e riuscì a far diventare Phadrig un eminente studioso e un nobiluomo, con una casa di proprietà, della terra e dei servitori. E al momento giusto sposò una meravigliosa dama, tanto bella che la gente diceva dovesse essere figlia del re delle fate. 
Una strana cosa accadde il giorno del matrimonio, poichè quando tutti si alzarono in piedi per brindare alla salute della sposa, Phadrig vide accanto a sè una coppa d'oro colma di vino. Nessuno sapeva come la coppa d'oro fosse giunta nella sua mano, ma Phadrig immaginò che fosse il regalo del Phouka e bevve il vino senza timore, facendo bere anche la sua sposa. Da quel giorno le loro vite furono felici e prosperose, e la coppa d'oro venne conservata come tesoro di famiglia, un tesoro che i discendenti di Phadrig conservano gelosamente ancora oggi.

Curiosità:
Nell'antico irlandese il nome 'Phouka' sta per 'spirito', tipica creatura del folklore celtico. Può assumere sembianze diverse e trasformarsi in coniglio, capra, cane, e il più delle volte in un cavallo nero. Abita nelle rovine e nelle case abbandonate, ma di notte, come il protagonista della nostra storia, va a fare  i lavori domestici in qualche famiglia. E' una creatura amichevole e spesso aiuta l'agricoltore nel lavoro se viene trattato bene e con garbo, ma se viene ringraziato, ahimè , scompare.

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