domenica 5 febbraio 2012

Fiabe dal Mondo # 1: Irlanda


Salve a tutti, e benvenuti al primissimo appuntamento con la rubrica dedicata alle fiabe provenienti da tutto il mondo! Per questa prima domenica di Febbraio, Menestrello ha optato per una fiaba irlandese, notando il vostro entusiasmo. Non voglio perdere tempo, per cui lascio la parola al nostro cantastorie...

Benvenuti a tutti, Dame e Cavalieri! Quest'oggi voglio narrarvi la storia di un agricoltore e di suo figlio, i quali grazie ad un aiuto fatato ebbero fortuna...

Un giorno il figlio di un agricoltore stava governando le bestie nel campo, quando qualcosa gli passò davanti veloce come il vento, ma non ne fu spaventato perchè sapeva che si trattava di un Phouka in corsa verso il vecchio mulino presso il fossato, dove le fate s'incontravano tutte le notti. Così chiamò: "Phouka! Phouka! Mostrami come sei fatto e ti darò il mio ampio mantello per tenerti caldo". Allora gli si avvicinò un giovane toro che muoveva la coda come fosse impazzito, ma Phadrig gli lanciò il mantello addosso e in un momento fu calmo come un agnello. Disse al ragazzo di andare al mulino quella notte, quando la luna era alta in cielo, e avrebbe avuto una buona fortuna. Quindi Phadrig andò, ma non vide nulla se non sacchi di grano tutti sparsi a terra, perchè gli uomini si erano addormentati e non avevano svolto nessun lavoro. Allora anche lui si coricò per dormire, perchè si sentiva molto stanco. Quando si alzò la mattina presto, trovò tutta la farina macinata, nonostante non fossero certo stati gli uomini a farlo, dato che dormivano ancora. Ciò accadde per tre notti, dopo di che Phadrig decise di rimanere sveglio a guardare. Orbene, c'era una vecchia cassa nel mulino, vi sgattaiolò dentro per nasondersi e guardò attraverso il buco della serratura per vedere cosa sarebbe accaduto. esattamente a mezzanotte, entrarono sei piccoli individui che trasportavano ognuno un sacco di grano sulle spalle. Dopo arrivò un vecchio vestito di stracci che ordinò loro di girare il mulino, ed essi lo girarono e girarono finchè non ebbero la farina. Allora Phadrig corse a raccontarlo al padre. Il mugnaio decise di rimanere la notte successiva a sorvegliare con il figlio ed entrambi videro accadere la stessa cosa. 
"Dunque" disse l'agricoltore,"vedo che è opera del Phouka, e lasciamolo lavorare se questo gli fa piacere, poichè gli uomini sono oziosi, pigri e dormono solamente. Quindi domani li licenzierò tutti quanti e lascerò macinare il grano a questo eccezionale vecchio Phouka."
Da allora l'agricoltore divenne talmente ricco che il suo danaro non finiva mai, perchè non aveva uomini da pagare e tutto il suo grano veniva macinato senza che lui spendesse un penny. Naturalmente la gente si faceva molte domande sulle sue ricchezze, ma egli non raccontò mai del Phouka, altrimenti la loro curiosità gli avrebbe sciupato la fortuna. Phadrig si recava spesso al mulino e si nascondeva nella cassa in modo da poter osservare gli esseri fatati al lavoro, ma provava una gran pena per il povero vecchio Phouka vestito di stracci e che tuttavia dirigeva ogni cosa. Talvolta faceva fatica a tenere in riga i piccoli Phouka. Quindi Phadrig, in segno di affetto e gratitudine, acquistò un bel vestito di stoffa e seta e una notte lo pose sul pavimento del mulino, proprio dove il vecchio Phouka si trovava sempre per impartire gli ordini ai piccoli uomini minuti, poi si infilò nella cassa per guardare.
"Che cos'è?" domandò il Phouka appena vide gli abiti. "Sono per me? Diventerò un bellissimo gentiluomo ".
Così li indossò e poi cominciò a camminare su e giù rimirandosi. Ma improvvisamente  si ricordò del grano e si avviò a macinarlo come sempre, poi si fermò e disse ad alta voce.
"No,no. Basta lavoro per me. I bei gentiluomini non macinano il grano. Io uscirò a conoscere un po' il mondo e mostrerò i miei bellissimi abiti." 
Con un calcio gettò i vecchi stracci in un angolo e uscì. Non fu macinato nessun chicco di grano quella notte, e nemmeno quella successiva, e nemmeno quell'altra ancora. Tutti i piccoli Phouka scapparono via e non si udì un solo rumore nel mulino. Allora Phadrig divenne molto triste per la perdita del suo vecchio amico e prese l'abitudine di andare nei campi gridando: "Phouka, Phouka! Torna da me. Lasciami vedere il tuo volto!". Ma il vecchio Phouka non tornò più e per tutta la vita Phadrig non vide mai più il volto del suo amico. Tuttavia, l'agricoltore aveva fatto tanti di quei soldi che non aveva più bisogno d'aiuto. Vendette il mulino e riuscì a far diventare Phadrig un eminente studioso e un nobiluomo, con una casa di proprietà, della terra e dei servitori. E al momento giusto sposò una meravigliosa dama, tanto bella che la gente diceva dovesse essere figlia del re delle fate. 
Una strana cosa accadde il giorno del matrimonio, poichè quando tutti si alzarono in piedi per brindare alla salute della sposa, Phadrig vide accanto a sè una coppa d'oro colma di vino. Nessuno sapeva come la coppa d'oro fosse giunta nella sua mano, ma Phadrig immaginò che fosse il regalo del Phouka e bevve il vino senza timore, facendo bere anche la sua sposa. Da quel giorno le loro vite furono felici e prosperose, e la coppa d'oro venne conservata come tesoro di famiglia, un tesoro che i discendenti di Phadrig conservano gelosamente ancora oggi.

Curiosità:
Nell'antico irlandese il nome 'Phouka' sta per 'spirito', tipica creatura del folklore celtico. Può assumere sembianze diverse e trasformarsi in coniglio, capra, cane, e il più delle volte in un cavallo nero. Abita nelle rovine e nelle case abbandonate, ma di notte, come il protagonista della nostra storia, va a fare  i lavori domestici in qualche famiglia. E' una creatura amichevole e spesso aiuta l'agricoltore nel lavoro se viene trattato bene e con garbo, ma se viene ringraziato, ahimè , scompare.

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