martedì 16 settembre 2014

Recensione: "Il Cavaliere Irlandese", di Juilene Osborne-McKnight


Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco!
Eccomi di nuovo qua con una recensione, questa volta di un libro che ho trovato per caso in una bancarella dell'usato e che piacerà a tutti coloro che amano l'Irlanda e le sue leggende =)



Autore: Juilene Osborne-McKinght
Editore: Piemme
Pagine: 399
Prezzo:  12,90 euro

Trama: Irlanda, V secolo. Sull'altura che sovrasta un piccolo monastero compare un giorno un cavaliere. È giovane, biondo, un'immagine di bellezza e di forza. Ma quando si avvicina ai monaci che lo guardano intimoriti uno straordinario cambiamento avviene in lui. All'improvviso si trasforma in un vecchio e, quando si presenta, lo stupore dei monaci aumenta a dismisura. L'uomo è Ossian, il poeta, grande cantore delle gesta dei cavalieri di Fianna, tornato dal mondo di Altrove per raccontare a Patrizio, abate del monastero, le storie del tempo in cui l'Irlanda era una terra di eroi, i druidi dettavano legge ai re, e il loro canto era incantesimo e magia. Un tempo in cui demoni spaventosi si aggiravano nella notte seminando terrore e devastazione e solo guerrieri dal cuore puro potevano fermarli. Ma Patrizio stenta ad ascoltarlo. Rapito in giovane età nella sua Bretagna, tenuto schiavo per ben sedici anni, cova un profondo astio nei confronti degli irlandesi, nonostante una voce interiore l'abbia spinto a tornare per diffondere la parola di Dio.Saranno le storie di Ossian, il racconto delle imprese di Fionn Mac Cumhail, mitico capo dei Fianna, le sue battaglie e l'amore appassionato per la bellissima moglie Sabh, a conquistarlo, schiudendo davanti ai suoi occhi un universo di mistero e riconciliandolo con ciò che gli ha riservato il destino.

Voto:
Recensione
Non mi sarei mai aspettata di trovare questo libro, ormai fuori catalogo, tra le bancarelle dell'usato ma soprattutto non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto così tanto, cambiandomi in un certo senso.
Inizio questa recensione facendo un piccolo appunto riguardo il titolo; trovo infatti di gran lunga più appropriato quello originale, "I am of Irelaunde" (Io sono d'Irlanda). Quello scelto per la versione italiana è quasi del tutto privo di senso, inoltre devia l'attenzione del lettore.
Il linguaggio usato dall'autrice è semplice, senza troppi fronzoli, così come del resto appare l'intera storia. Il tono della narrazione diventa a tratti fiabesco, incantando il lettore e avvolgendolo con la sua magia dal sapore antico. Nonostante non si tratti di un romanzo avventuroso e colmo di colpi di scena, si lascia leggere velocemente, incuriosendo il lettore con le leggende su Fionn Mac Cumhaill, raccontate da Ossian.
I personaggi che compongono questa storia non sono molti, e sono tratteggiati in modo delicato dall'autrice. Protagonisti delle vicende narrate sono Patrizio, Ossian e Fionn Mac Cumhaill. Il primo, scontroso, burbero, altezzoso e spesso sprezzante verso la cultura irlandese e la religione pagana, avrà modo di riconoscere i propri limiti e di evolvere notevolmente come personaggio. Sebbene non si possa certo dire che io lo abbia ritenuto simpatico, devo ammettere che abbia apprezzato molto la sua presenza tra queste pagine, il suo carisma e la sua fedeltà al suo credo.
Il personaggio che forse ho amato di più è Ossian, il celebre e leggendario cantastorie, figlio di Fionn. Per tutta la durata del romanzo, l'anziano bardo narra a Patrizio le avventure dell'amato padre, e lo fa con una dolcezza e una nostalgia tali da coinvolgere emotivamente anche il lettore. Nelle storie di Ossian ci sono tutta la magia del ciclo arturiano e la malinconia di un popolo che vive il passaggio da una religione politeista a una monoteista. Ossian è il testimone di un cambiamento radicale e definitivo  della società, e non può che soffrire del mutamento che avviene sotto i suoi stanchi occhi. I luoghi che hanno visto protagonista il padre, l'eroe Fionn Mac Cumhaill, di numerose gesta dalla profonda morale sono ridotti in rovina, accartocciati su se stessi come pagine strappate da un vecchio libro di storia. Le festività pagane, di ritrovo e comunione con la natura, di balli e canti tradizionali, lasciano il posto al culto del nuovo Dio che, attraverso Patrizio, è arrivato in Irlanda per unificare i popoli sotto un'unica bandiera, quella della cristianità. Nonostante ciò, Ossian non prova risentimento verso Patrizio, che invece considera alla stregua di un figlio. Da qui si deduce la profonda saggezza del cantastorie, un uomo attaccato alle sue origini e all'amata patria, ma lucidamente consapevole del cambiamento che verrà.
L'ultimo protagonista che resta quasi sullo sfondo e che rivive tramite i racconti di Ossian, è Fionn, leggendario eroe del ciclo feniano appartenente alla mitologia irlandese. L'autrice riporta in vita le sue gesta, la sua vita e le sue innumerevoli avventure, facendole raccontare dal figlio, ormai anziano. Fiero, generoso e non privo di un grande coraggio, il magnanimo Fionn catturerà l'attenzione del lettore e saprà stupirlo più volte.
Tra i personaggi secondari troviamo la druida Ainfean, che più volte indurrà Patrizio a rivedere le proprie credenze spirituali, e il piccolo Benin, allievo di Patrizio dalle spiccate intelligenza e sensibilità. Tra le pagine de "Il Cavaliere Irlandese" ritroviamo anche i personaggi dell ciclo feniano, come Cormac Mac Art, Cailte, Diarmuid e Goll Mac Morna.
Sono molti i temi affrontati dall'autrice in quest'opera così delicata, ma al contempo profonda. In primo luogo, l'autrice confronta la religione cristiana con il paganesimo. Tutte le vicende ruotano intorno al perno della spiritualità e, più di una volta, l'autrice induce il lettore a riflettere sui dogmi e sull'origine della religione cristiana. Era difficile rendere in modo efficace tale confronto, e l'autrice ci è riuscita nel migliore dei modi. Non c'è risentimento tra le pagine del suo libro, non c'è astio, solo un sincero confronto tra cristianesimo e paganesimo, volto a far riflettere i lettori su alcuni controsensi del primo e sulle debolezze del secondo. Tra i temi che vengono sfiorati nel romanzo vi sono l'amore per la patria e per la famiglia, la morte, l'orgoglio, il coraggio, il rimpianto e la fedeltà.
La trama è ricca di flashback e non priva di colpi di scena che sapranno sorprendere il lettore.
Per quanto riguarda il target, si tratta di un romanzo facilmente godibile da adulti e ragazzi. Lo consiglio a chi ama l'Irlanda e le leggende ad essa correlate, a chi ama il ciclo arturiano, che questa lettura un po' mi ha ricordato, e a chi ha voglia di una lettura "spirituale" ma leggera, una dolce e malinconica storia dal sapore antico e fiabesco da gustare a fine estate o durante le fresche e piovose giornate autunnali.

Voi che ne pensate? Lo avete letto?




4 commenti:

  1. Ciao Mirial, che bello rileggerti. Anche a me è piaciuto tanto. Mi ha fatto amare ancora di più l'Irlanda e da lì ho conosciuto le storie della Fianna.
    A presto
    Silvia

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    1. Il piacere è mio di ritrovarti qui nel mio angolino ^_^
      Non sembra, ma è davvero un bel testo secondo me. Per quanto sia semplice, a me ha colpito nel profondo, sarà perché amo molto l'Irlanda e le sue leggende e tradizioni, comunque ha risvegliato in me sentimenti sopiti, mi ha riportato alla vita, e non so quasi spiegarmi il perché, ma è bello quando un libro fa questo effetto <3

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  2. Ciao! sai che l'ho comprato tanti anni fa e non sono riuscita ad andare avanti, magari gli do un'altra possibilità.. ^^ ti linko il mio nuovo blog, se hai tempo e voglia dacci un'occhiata!http://foto-pensando.blogspot.it ! E' sempre bello tornare tra le tue pagine! Buona giornata e a presto.. Pollysilvia :)

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    1. Strano, sì che è un po' "lenta" se vogliamo come lettura, ma io l'ho trovato davvero molto bello! Prova a rileggerlo, magari non era il suo momento =P
      Uh, un nuovo blog? Evviva! Vado a iscrivermi allora ;)

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